BIOGRAFIA
Eleonora Roaro (Varese, 1989) è un’artista visiva e ricercatrice con sede a Milano. Ha studiato Fotografia allo IED di Milano, Arti visive e Studi curatoriali alla NABA e Contemporary Art Practice presso la Plymouth University. Le sue opere sono spesso esito di una ricerca che scava in profondità nei materiali d’archivio, evidenziando, attraverso l’immagine in movimento, storie sommerse e dettagli inconsueti rimossi o distorti dalle memorie collettive e individuali. Dal 2011 il suo lavoro è stato esposto in numerosi musei e gallerie, tra cui La Triennale, Milano; Fabbrica del Vapore, Milano; Casa degli Artisti, Milano; Museo Diffuso, Torino; CAMERA, Torino; MACRO, Roma; CAMeC, La Spezia; E-Werk, Friburgo; Maison de la Culture, Clermont-Ferrand; La Friche, Marsiglia; Istituto Italiano di Cultura, Madrid-Praga. In ambito accademico è inoltre docente presso la NABA e lo IED di Milano e ha pubblicato articoli in riviste scientifiche come L’avventura, Alphaville e LabCom.
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OPERA ESPOSTA
FIAT 633NM, 2021
Loop video HD, b/n, suono
04:10 min
L’opera mette in sequenza cinquantadue fotografie del 1937-38 appartenute al bisnonno dell’artista, che ritraggono momenti del colonialismo italiano nell’attuale Etiopia. A far da cornice ai gruppi di coloni e colonizzati, è sempre presente un autocarro FIAT, specialmente il 633NM. L’ossessione fotografica per i trasporti era funzionale alla propaganda fascista, che legittimava la violenza coloniale promuovendo un apporto di modernità ai territori occupati. Questi erano considerati paesaggi vergini da conquistare, come evidenziato nel secondo livello dell’opera, il quale è costituito da ingrandimenti di cartoline panoramiche dei deserti etiopi: ritrovate sempre nell’archivio del bisnonno, rivelano lo sguardo colonizzatore del fotografo. La traccia sonora che accompagna lo scorrimento di questi panorami recupera una registrazione propagandistica dell’Istituto Luce, dove si ascoltano i soldati eritrei di Monte Sacro omaggiare Mussolini, intervallando un canto amarico a «Duce!», «Viva l’Italia!», «Viva il Re!».